Camion OM

OM Camion, storia e origini

Una grande azienda storica, infatti parliamo delle Officine Meccaniche con sede a Milano e a Brescia, ma che tutti l’abbreviamo in OM che ha contribuito in modo concreto a far grande la nazione grazie alla costruzione di molteplici veicoli. La denominazione in officine Meccaniche è nata intorno agli inizi del 900, quando è stata fondata ma dobbiamo tornare ancora più indietro nel tempo per capire come è nata. Quando immaginiamo i camion OM, solitamente ricordiamo dei veicoli da lavoro vintage che ancora oggi capita di incrociare in strada, ma specialmente ci tornano in mente i bizzarri e simpatici nomi di animali che avevano tali veicoli.

“Quando guardo un camion OM vedo la perfezione”

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Le origini delle Officine Meccaniche OM

L’origine dell’ OM risale al lontano 1847, quando a Milano vengono fondate le Officine Meccaniche Grondona da Felice Grondona.

Un’azienda metalmeccanica che si è occupata di produzione di veicoli tranviari trainabili su binari come ad esempio le carrozze ed i tram oltre ad alcuni materiali militari. Felice Grondona, è stato un imprenditore italiano che è riuscito sapientemente a cavalcare l’onda della costruzione delle prime strade ferrate in Italia. Infatti insieme al padre sellaio che aveva una piccola bottega sono riusciti ad ampliare l’azienda di famiglia. Probabilmente è strada decisiva la costruzione della strada ferrata tra Milano e Monza che fu inaugurata nel 1840 e fondamentale per le prime commesse importanti. L’azienda, che è stata ampliata per sopportare la grande richiesta crescente di carri ferroviari e vagoni è nata con 160 operai e già nel 1881 contava circa 300 dipendenti. Alla fine dell’800 le Officine Meccaniche Grondona entrano in crisi dato dall’instabile domanda del mercato che costringe a grossi tagli di personale.

officine meccaniche

Così nel 1899 l’azienda viene posta in liquidazione e viene assorbita da un’altra società metalmeccanica, la Miani e Silvestri nata nel 1890. A Febbraio del 1899 a Milano nasce così la nuova azienda che viene chiamata Società Anonima Officine Meccaniche. La fusione permise di cresce rapidamente l’attività fino ad assorbire nel 1917 la rinomata Brixia-Züst, azienda bresciana fondata nel 1906, nota soprattutto per le grandi dimensioni delle Sue vetture e per l’alta qualità di produzione, ma non solo, infatti si occupavano anche di motori per barche e per aerei, omnibus e vetture da turismo.

“Nel 1899 nasce la Società Anonima Officine Meccaniche OM”

L’acquisizione della Brixia-Züst permise di aggiungere il ramo delle corse automobilistiche che portò a notevoli risultati, specialmente nel periodo tra le 2 grandi guerre, grazie alla produzione di motori brillanti a 4 e 6 cilindri.

superba
OM superba

Ricordiamo la sportiva OM 665 “La Superba”, nota sia per la velocità sia per l’affidabilità, che vinse la prima edizione della Mille Miglia nel 1927 con i primi 3 posti. In quella occasione, il motore a 6 cilindri di 2 litri con 65mm di alesaggio spinse la Torpedo fino a segnare il record di quasi 80 km/h di velocità media, mentre quella massima toccava i 120 km/h, un risultato di tutto rispetto per l’epoca. La OM si cimentò anche in altre gare automobilistiche come la 24 Ore di Le Mans del 1925 dove si classificarono quarto e quinto, al Giro di Sicilia o alle vittorie alla Coppa delle Alpi.

Parallelamente, a partire dal 1925 le officine Meccaniche OM iniziano a produrre anche autobus e camion avvalendosi della licenza dell’azienda di Adolph Saurer, fondata ad Arbon in Svizzera nel 1853, inizialmente specializzata nella costruzione di macchinari tessili ma che nel tempo è diventata nota sia per i motori a gasolio sia per i mezzi di trasporto per uso militare e civile.

Un’altre grande passo di crescita fu segnato quando nel 1927 l’OM aggiunse il ramo della produzione di macchinari agricoli, così acquisì la Carrozzeria di Suzzara di Mantova che fu fondata da Alfredo Casali nel 1878. Infatti già nel 1929 alla Fiera di Verona viene presentato il primo dei trattori OM, chiamato inizialmente Tipo 30 ma sostituito in seguito con T 240, equipaggiato con il rinomato motore testa calda. Questo tipo di propulsore è conosciuto per la sua grande affidabilità e l’economicità nella gestione e venne usato per i veicoli prodotti fino agli anni 30-40 in Italia anche da Pietro orsi e Landini. Si tratta di un motore endotermico ad un solo cilindro che per l’accensione utilizzava la fiamma alimentata da gas o petrolio diretta verso una piastra metallica cocente. Era inoltre dotato di un grosso volano laterale che permetteva di aumentare la compressione del motore durante la fase di avviamento, tramite dei movimenti preparatori.

L’OM entrò nel mercato dei trattori intorno al 1921 collaborando con la MAIS di Suzzara in provincia di Mantova, fino all’avvento della grande depressione del 1929. Intorno al 1931, venne assorbita dalle officine meccaniche OM.

om loghi

Nel 1933 l’OM si trova in grossa difficoltà economica, così viene assorbita dal Gruppo Fiat. Terminerà la produzione di autovetture nel 1939. Con il nuovo assetto aziendale, nel 1937 vengono accorpati gli stabilimenti di Milano e di Brescia e all’interno dell’OM vengono così strutturate 3 divisioni che si occupano di:

  • Impianti di refrigerazione; motopompe;
  • Motori marini; trattori, componenti per treni e carrelli elevatori;
  • Autocarri, autobus e veicoli commerciali;

A partire dalla fine della seconda guerra mondiale l’azienda entra a pieno regime di produzione con i veicoli legati al mondo ferroviario oltre agli autobus e agli autocarri. I simpatici nomi di animali iniziano a coniare i nuovi modelli di camion a partire dagli anni cinquanta.

Comincia così la serie zoologica degli autocarri OM

Primo fra tutti troviamo il mitico camion OM Leoncino che venne sviluppato per sostituire il LOC, un veicolo che l’azienda aveva in produzione fino dagli anni 30 e che risultava ormai obsoleto e non adatto alle nuove necessità del mercato. Il Leoncino ebbe sin dall’inizio un grosso successo commerciale, che portò notevoli miglioramenti sia a livello estetico sia a livello meccanico/progettuale.

Infatti la cabina di guida, che era stata posizionata sopra il motore, si presentava con una forma tondeggiante che donava un design nuovo e molto moderno per l’epoca. Inoltre aveva una larghezza di circa 2 metri, rendendo lo spazio interno molto spazioso, infatti poteva trasportare fino a 3 persone. Si presentava come un veicolo bello, pratico e leggero, con un peso dalle 2 alle 2,5 tonnellate. In seguito vennero prodotti altri veicoli con nomi di animali.

“Alcuni animali sanno esprimere tutto il carattere dei nostri veicoli”.

Una delle particolarità di questi veicoli della serie zoologica era l’assenza di guarnizioni nel motore, infatti solitamente veniva inserito un filo di lana tra la testa e il monoblocco. Se oggi possediamo un veicolo storico di questo genere, dopo aver spianato la testata possiamo utilizzare come alternativa una moderna guarnizione liquida.

Gli anni 50

Negli anni 50 il mercato dei trasporti delle merci necessitava anche di veicoli per il sollevamento. Così l’OM a partire dal 1951 entra anche a far parte del mercato dei muletti, producendo inizialmente dei prodotti artigianali che vennero sostituiti da quelli prodotti in serie, realizzati sia con motore termico (diesel e con motore a scoppio a benzina) sia elettrici. Iniziò così la produzione di carrelli elevatori che aumentò in modo significativo dagli anni 70 presso lo stabilimento di Modugno in provincia di Bari.

Gli anni 60

Nel 1967 l’azienda venne inglobata completamente dal Gruppo Fiat Veicoli Industriali mantenendo ancora il marchio. Da questo momento, venne riorganizzato tutto il comparto e i veicoli legati alla serie zoologica vennero ben presto sostituiti dalla serie numerica OM.

Gli anni 70

Nel 1975 ci fu la fusione tramite una holding con a capo l’Iveco che racchiudeva tutti i marchi del gruppo. Il marchio OM venne portato avanti solo dal settore di produzione di carrelli elevatori.

Camion OM i modelli

LOC OM (musone)

Il modello LOC iniziò ad essere prodotto a partire dagli anni 30 fino agli anni 40 e in seguito fu sostituito dal più moderno Leoncino. Si trattava di un veicolo equipaggiato con un motore OM a 4 cilindri alimentato a benzina. Il motore era in grado di erogare 40 Cv per una velocità massima di 75 km/h.

Orione OM – Super Orione OM

L’Orione fu tra i primi modelli di autocarro pesante che venne utilizzato spesso in versione autobus. Infatti venne utilizzato per esempio come veicolo sperimentale a Roma nel 1934. Era inizialmente equipaggiato con un motore in grado di sviluppare 64 Cv. A partire dal 1946 venne allestito con un motore a 8 cilindri da 10 litri di cilindrata con 130 Cv di potenza. A partire dal 1955 venne sostituito dal più recente Super Orione.

Ursus OM

L’OM Ursus venne prodotto dal 1937 fino al 1942. Si trattava di un autocarro pesante di dimensioni medio-grandi alimentato da un motore ad iniezione. Venni impiegato soprattutto dalle forze militari italiane e da quelle tedesche. Si trattava di un veicolo con la cabina posizionata in modo arretrato rispetto al motore e all’asse anteriore.

Titano 137 OM

Il Titano 137 OM era il veicolo più grande che venne costruito in quel periodo. Era equipaggiato con un grosso motore a 6 cilindri di quasi 12 litri di cilindrata con un cambio a 4 rapporti. Il numero 137 era riferito ai cavalli a vapore che erogava il motore. Visto che fu prodotto per pochissimo tempo, oggi sono molto rari. Era un veicolo grezzo, che poteva raggiungere i 45 km/h  e si guidava con un volante piccolo che rendeva la guida difficoltosa.

Taurus e Super Taurus

L’autocarro Taurus era un veicolo di medie dimensioni che venne prodotto a partire dal 1939 fino al 1950 dove venne presentata la versione aggiornata. Era esteticamente quasi identico all’Ursus, la differenza sostanziale era nelle dimensioni, infatti il Taurus era più piccolo. Si trattava di un veicolo con la cabina posizionata in modo arretrato rispetto al motore e all’asse anteriore per i modelli prodotti fino al 1950. In seguito venne ripresentato con lo stesso nome ma in versione aggiornata, con la cabina posizionata sopra il motore e l’asse anteriore. Venne anche equipaggiato con motore a benzina dal 1940 fino al 1944 e utilizzato nella guerra in nord Africa. In Germania veniva utilizzato come veicolo da guerra per il trasporto dei rimorchi ed equipaggiato di mitragliatrici. Dal 1953 in poi venne sostituito dal Super Taurus, che venne prodotto fino al 1957, assemblato con un motore di 5,8 litri in grado di erogare 90 Cv di potenza.

Leoncino OM

leoncino

Il Leoncino nasce nel 1950 e grazie alle sue innovazioni, sia stilistiche sia tecnologiche entrò subito nella storia, diventando il capostipite della generazione di veicoli prodotti in seguito con il nome di animali, utilizzati principalmente per il trasporto di merci ma non solo. Aveva una massa a pieno carico di 6,5 tonnellate ed essendo molto robusto e versatile si dimostrò all’altezza in tutti i contesti, infatti furono impiegati sia dai WWF in versione autopompa sia dalla sanità con la versione ambulanza. Inoltre furono utilizzati anche come camper, in versione quattro ruote motrici oltre che autobus. Ricordiamo inoltre la versione militare con il nome di CL51OM. Era un veicolo leggero e l’unica mancanza era l’impossibilità a trainare i rimorchi. Era equipaggiato con un motore a 4 cilindri diesel con cilindrate a partire da 3,8 litri fino a 4,5 litri per le ultime versioni. Venne venduto in Italia e Svizzera con il nome Leoncino mentre per il mercato francese venne chiamato 34C. A partire dal 1968 venne sostituito dall’ OM 65.

Tigrotto

Nel 1957 OM mise in produzione l’autocarro Tigrotto, un veicolo di medie dimensioni, molto robusto che con la massa a pieno carico poteva arrivare fino alle 10 tonnellate. Come forma era molto simile al Leoncino ma differiva per le dimensioni maggiorate in lunghezza.  Veniva dotato di un motore diesel da 4 cilindri da 4,4 litri con una potenza fino a 85 Cv e cambio a 5 rapporti.

Tigre OM

Il Tigre OM entrò in produzione nel 1957 e vi rimase fino al 1972. Era un camion di dimensioni medie che andò a sostituire il modello Super Taurus e che venne in seguito sostituito dall’ OM 120. Era fornito di un grosso motore da quasi 7 litri di cilindrata ed erogava fino a 105 Cv. La massa a pieno carico oscillata tra 7,5 e 10 tonnellate. Il Tigre è stato il primo veicolo dotato di motore sovralimentato di serie con compressore meccanico.

Lupetto OM

Il Lupetto OM iniziò la produzione nel 1959 e arrivò ad essere prodotto fino al 1968, quando venne sostituito dall’OM 50. Era un camion di medio piccole dimensioni, che si aggiungeva alla serie della zoologia e si andava ad inserire prima del Cerbiatto e dopo il Leoncino che poteva arrivare fino a 5,6 tonnellate come massa a pieno carico. Inizialmente era dotato di un motore diesel da 4,4 litri ad iniezione diretta che riusciva ad erogare fino a 85 Cv e aveva 5 rapporti. In seguito fu sostituito da un 4,6 litri con 92 Cv. Fu utilizzato in larga scala dai vigili del fuoco ma venne usato anche come furgone a negozio.

Titano OM

Il Titano OM venne prodotto a partire dal 1961 e uscì di produzione nel 1968 quando venne sostituito dall’OM 170. Venne realizzato per sostituire l’OM Super Orione, caratterizzato per le sue grosse dimensioni e per le potenti motorizzazioni adottate. Era equipaggiato con un propulsore a 6 cilindri, con 4 o 6 marce, realizzato sia in versione aspirato sia turbo con potenze da 176 fino a 260 Cv. La cabina di guida era molto curata e spaziosa per l’epoca e si poteva anche ordinare una versione 6×4.

Cerbiatto OM

Il Cerbiatto OM venne prodotto a partire dal 1963 fino al 1968 quando venne sostituito dall’ OM 40. Venne considerato il fratello minore del Lupetto infatti era corredato dalla stessa cabina e dallo stesso motore. Si presentava una massa a pieno carico di 4 tonnellate e un motore diesel con potenza di 80 Cv. Aveva una comoda cabina in grado di trasportare fino a 3 occupanti con una velocità massima pari a 90 km/h. Era un camion di piccole dimensioni, che venne usato principalmente per l’uso cittadino, come evidenziato dalla pubblicità dell’epoca. Si inseriva prima del Lupetto e dopo l’Orsetto.

Orsetto OM

L’Orsetto OM era un autocarro che entra in produzione nel 1966 fino al 1972 fino a quando non venne sostituito dall’OM 35. Era il mezzo con le dimensioni più piccole, con una massa a pieno carico di 3,5 tonnellate infatti si poteva addirittura guidare con la patente B. Un’altra particolarità che lo contraddistingueva era la possibilità di ordinarlo anche con “sole” 2 ruote posteriori oltre che gemellato. Montava inizialmente un motore a 4 cilindri alimentato con diesel da 2,7 litri da 64 Cv che venne sostituito dal poco più potente 3,2 litri da 70 Cv.

Daino OM

L’autocarro Daino OM venne prodotto dal 1967 fino al 1972 quando venne rimpiazzato dal modello numerico OM 70. Era molto simile al modello Leoncino, infatti era corredato dalla stessa cabina e dallo stesso motore. La massa a pieno carico arrivava fino a 7 tonnellate e il motore poteva erogare 81 Cv. Si inseriva prima del Leoncino e dopo il Tigrotto.

La serie numerica OM

Le sigle comprendevano ad esempio:

OM 40, OM 50, OM 55, OM 65, OM 70, OM 75, OM 80, OM 90, OM 100, OM 110, OM 120, OM 130, OM 150, OM 160, OM 170, OM 180 e OM 190.

Ricambi OM si trovano ancora?

Fortunatamente i ricambi OM sono ancora reperibili, probabilmente la maggior parte dei componenti, sia usati, tramite i siti internet che sponsorizzano inserzioni di privati, sia dai rivenditori che se siamo fortunati possono avere allocate ancora delle scorte di magazzino.

Se necessitiamo di molti componenti meccanici e di carrozzeria, possiamo anche valutare di acquistare un veicolo intero per poi cannibalizzarlo, se risulta conveniente. Un’altra alternativa da tenere in considerazione, magari quando necessitiamo di un ricambio OM che abbiamo difficoltà a reperire oppure per verificare se è possibile trovarlo nuovo, è quello di coinvolgere un ricambista specializzato che sia in grado di attivarsi nella ricerca tramite la sua rete di contatti di professionisti del settore.

Tesla camion elettrico le ultime novità

Vediamo le ultime novità relative al tanto atteso camion elettrico Tesla

I camion elettrici si sono già diffusi e dopo che nel 2017 è stato presentato al grande pubblico in un evento vicino a Los Angeles da Elon Musk, il fondatore di Tesla, ora, finalmente è pronto per entrare in produzione di serie in Nevada entro la fine del 2021. Mancano solo le ultime messe a punto delle linee di produzione americane. Questo splendido veicolo rientra a pieno titolo nella categoria dei camion del futuro.

Tesla Semi promette prestazioni da auto super sportiva, ma non solo. La sua linea dirompente e futuristica permette di abbassare notevolmente il cx risultando molto confortevole e aerodinamico. Il design di questo truck elettrico sembra tagliare l’aria, contribuendo all’autonomia chilometrica del veicolo.

Quanto peso è in grado di trasportare?

Inizialmente è stato dichiarato un pieno carico massimo di 40 tonnellate direttamente dal CEO di Tesla Elon Musk anche se dobbiamo comunque fare riferimento alle normative americane che fissano il limite massimo a 36 mila chilogrammi.

Ci sono state però delle indiscrezioni che riguardano la reale portata dei veicoli prodotti in serie in quanto, almeno per quanto riguarda il primo periodo, si dovrà escludere una tonnellata di peso rispetto ai camion tradizionali a gasolio, con un potenziale aumento dei costi di trasporto delle merci. L’obiettivo dei tecnici è quello di azzerare questa differenza nel breve periodo, probabilmente già nel 2022. Sicuramente il camion Tesla sarà un prodotto invitante in quanto è stato stimato che ogni Semi potrà far risparmiare fino a 200 mila dollari all’anno di gasolio rapportato ad un tir tradizionale di pari potenza. Attenderemo in questi mesi l’uscita in commercio di questi tir per scoprire quali saranno inizialmente le portate ufficiali.

semi tesla camion elettrico
Interno cabina Tesla semi

Tesla Semi l’autonomia

Il camion Tesla elettrico, che è l’unico di classe 8, verrà equipaggiato con un grosso pacco batterie posizionato sotto la cabina che farà da supporto strutturale, in modo da migliorare la sicurezza abbassando il baricentro e il bilanciamento dei pesi. Infatti solitamente i camion tradizionali hanno il motore a gasolio posizionato più in alto pertanto con una stabilità inferiore, specialmente per quanto riguarda il possibile ribaltamento. Inizialmente Tesla aveva dichiarato che il mezzo sarebbe stato prodotto in due varianti e sarebbe stato disponibile al pubblico a partire già dal 2019. Diversi players della logistica e del campo alimentare hanno in questi anni già portato a termine diversi contratti di acquisto, con numeri importanti. Questo ritardo, probabilmente causato dalla scarsa reperibilità delle celle, ha permesso all’azienda di portarsi a casa diversi ordini prima di iniziare la produzione. Tra le tante aziende che si sono già impegnate ci sono anche UPS PepsiCo e Walmart.

L’autonomia inizialmente dichiarata partiva da quasi 500km peril modello basic per arrivare quasi a coprire fino 800km per la variante di punta. Probabilmente in questi anni i tecnici Tesla hanno lavorato su questo aspetto tanto che ultimamente il Ceo Elon Musk ha dichiarato che sarà prodotta una versione che promette di percorre fino a 1000km. La grande autonomia dichiarata sarà possibile grazie alla collaborazione con Panasonic con cui ha sviluppato un nuovo pacco batterie 4680.

La sicurezza del nuovo camion elettrico Tesla

Le innovative linee stilistiche danno l’idea di un veicolo che arriva direttamente dal futuro. E l’interno non fa eccezioni. Infatti il posto di guida sarà montato solo in posizione centrale (la cabina risulta molto più stretta rispetto ai tir tradizionali) in modo da sviluppare una sola configurazione compatibile in tutti i paesi, sia con la guida a destra sia con la guida a sinistra. Ai lati del guidatore saranno presenti due grossi schermi piatti dove saranno visualizzate tutte le informazioni di viaggio. Anche questo veicolo sarà dotato del celebre autopilot Tesla, che potrà essere impiegato per coordinare dei convogli di tir. Inoltre, grazie a dei sensori posizionati in cabina, in caso il conducente avverte un malore, il camion elettrico è in grado di accostare prontamente e in autonomia in totale sicurezza considerando anche il luogo in cui si trova e gli altri eventuali veicoli presenti.

tesla camion elettrico prezzo

Tesla camion elettrico prestazioni da auto super sportiva

La cabina del tir elettrico Semi Tesla sarà assemblato con ben quattro motori elettrici indipendenti collegati a 4 delle sei ruote presenti che saranno in grado di spingerlo fino ai 100km/h partendo da fermo in soli 5 secondi, mentre equipaggiato di rimorchio a pieno carico in soli 20 secondi. Inoltre, in salita potrà mantenere una velocità di crociera di oltre 100 chilometri orari. Con queste specifiche ha tutte le carte in regole per aprire e rivoluzionare nuovi orizzonti nel settore dei truck elettrici, sia come prestazioni che sicurezza oltre che autonomia a lungo raggio.

Camion Semi tesla il prezzo

I prezzi per il camion elettrico di Tesla che sono stati dichiarati, partono dai 150 mila dollari (circa 130 mila euro) per il modello basic fino ad arrivare a 180 mila dollari (circa 150 mila euro) per la versione di punta che è dotata di maggiore autonomia chilometrica.

E per fare il “pieno”?

In tutti gli Stati Uniti sono presenti le stazioni di ricarica gratuite di Tesla che permettono di ripartire nel giro di soli 30 minuti.

Cosa spettarci

I primi veicoli prodotti si attestano alle cinque unità a settimana e saranno probabilmente utilizzati direttamente dall’azienda per i loro trasporti interni mentre altri mezzi verranno distribuiti già entro la fine dell’anno probabilmente solo in alcuni stati come Florida o Canada. Già a partire dai primi mesi del 2022 la produzione di serie potrà raggiungere il pieno regime per soddisfare la grande richiesta.

Se Tesla manterrà le promesse, gli altri produttori di autotreni faranno bene a tremare poiché stiamo per entrare in una nuova era dei trasporti e dovranno necessariamente adeguarsi ai nuovi standard imposti.

Camion a Metano tutte le novità

I camion a gas metano, sia in forma compressa (CNG), sia in forma di gas liquefatto (LNG), anche se ancora un po’ a rilento, stanno finalmente prendendo piede e stanno diventando sempre più presenti sulle nostre strade. Infatti i numeri degli ordini di acquisto relativi agli ultimi anni hanno evidenziato un concreto aumento rispetto a quelli tradizionali a diesel. Gli impianti a metano per camion possono essere realmente un’alternativa?

Sicuramente è solo questione di tempo prima che il gasolio venga eliminato come carburante visto il grosso impatto ambientale che ne consegue e la lotta generalizzata degli ultimi tempi alle fonti fossili. Ma vediamo più nel dettaglio quali sono le caratteristiche principali e i pro e contro di questi veicoli.

Camion a metano come funziona

L’obiettivo dei tecnici è quello di realizzare un veicolo con almeno le stesse prestazioni del diesel ma con costi, emissioni e consumi più contenuti. La tecnologia innovativa, che è nata in Italia, e che permette di utilizzare il metano come combustibile per i camion, deriva direttamente dal mondo delle corse. La grande sfida, come sappiamo, riguarda la potenza massima che è in grado di erogare il motore. Infatti il camion a metano liquido, senza gli adeguati accorgimenti “soffre” soprattutto nelle condizioni di strada in salita. Per colmare questo gap è stato necessario ottenere dei regimi più elevati. Alcuni costruttori hanno preferito utilizzare una tecnologia ibrida ovvero viene impiegato principalmente il gas insieme ad una piccola quantità di diesel.

Camion a metano, energia pulita ed efficiente

Il motore del tir alimentato a metano, rispetto a quello tradizionale a gasolio, espelle percentuali bassissime di particolato (PM), molto vicine allo zero. Inoltre i livelli di emissione del biossido di azoto (NO2) sono ridotte quasi al 90% mentre quelli di CO2 sono inferiori dal 15% fino al 90%. Questa condizione favorevole è possibile grazie al mancato utilizzo di additivi nel carburante e nel relativo impianto di scarico che risulta meno complesso.

I camion a metano come vanno

L’autonomia dei camion alimentati a metano è molto variabile, infatti i dati che vengono forniti dai costruttori di truck, sono abbastanza indicativi in quanto i dati si possono discostare molto in base al tipo di percorso, alle condizioni stradali e al tipo di guida. Ma la differenza sostanziale deriva dal carburante utilizzato, sia esso il metano liquefatto (LNG) oppure il metano compresso (CNG).

Un tir alimentato con CNG, può arrivare a raggiungere percorrenze di circa 500 km. Per questo motivo è consigliato per trasporti locali o comunque con rientri giornalieri in azienda, mentre con il metano liquefatto (LNG), l’autonomia è decisamente superiore, infatti può superare i 1.000 km, privilegiando i trasporti a lungo raggio.

La manutenzione dei camion a gas

Solitamente, la manutenzione dei truck a metano viene svolta con intervalli di manutenzione più brevi rispetto ai motori a gasolio. Per questo motivo, i produttori di truck stanno sperimentando diversi accorgimenti e configurazioni con l’obiettivo di pareggiare o superare questi intervalli temporali.

metano camion manutenzione

I modelli di camion a metano

In questo momento ci sono solo alcuni produttori di truck che hanno deciso di inserire a listino e quindi commercializzare questi veicoli innovativi a metano. Ecco una lista aggiornata:

  • Iveco
  • Scania
  • Volvo
  • Daf
  • Mercedes
  • Man
  • Renault

Vantaggi in breve dei camion a metano

  • Fortunatamente i motori a metano risultano essere molto più silenziosi rispetto ai motori a gasolio, pertanto oltre ad essere più confortevoli alla guida permettono anche di adattarsi meglio per l’impiego in ambienti urbani anche quando sono in vigore i blocchi del traffico.
  • Le ridotte emissioni rispetto ai tir alimentati con diesel fanno di questi veicoli una soluzione da non sottovalutare, specialmente per il nostro bel paese che si affida ai trasporti su ruota per quasi l’80% delle merci.
  • I camion a gas metano godono di diversi incentivi legati all’acquisto di un mezzo nuovo. In questi anni il governo ha stanziato diversi fondi economici in diverse campagne acquisti per agevolare e velocizzare la diffusione di questi mezzi. A seconda dei veicoli e degli equipaggiamenti si possono beneficiare di incentivi statali, alcuni prorogati a causa dell’emergenza epidemiologica in corso che possono superare i 10 mila euro.
  • Il costo di gestione ridotto rispetto ad un tir tradizionale permette di investire ed avere un ritorno economico importante. Infatti è stato stimato che in un solo anno si possono risparmiare fino a 40 mila euro per un solo veicolo.
  • Anche i vecchi truck a gasolio possono essere trasformati tramite dei kit appositi, utilizzando però contemporaneamente sia il gas sia il gasolio, che vengono miscelati automaticamente durante la marcia in base alla potenza richiesta tramite una centralina. Questa modifica è in grado di mantenere la stessa autonomia chilometrica originale, riducendo i costi fino al 20% e le emissioni inquinanti.

Svantaggi in breve dei camion a metano

  • In questo momento la rete di distributori di gas metano presenti in Italia non riesce a soddisfare tutto il territorio nazionale. Infatti le più alte concentrazioni si hanno nel nord Italia, specialmente nella Pianura Padana con una notevole diminuzione man mano che si scende verso il sud. Per questo motivo ci sono diversi progetti legati ad implementare in modo capillare i distributori di metano, in modo da agevolare i rifornimenti.
  • Il prezzo di acquisto iniziale di un camion a metano è superiore rispetto a quello a gasolio.
  • Gli intervalli di manutenzione attuali risultano essere più brevi rispetto ai motori a gasolio

Conclusioni:

In Italia, i tir a gasolio coprono quasi la totalità, infatti sono oltre il 90%, mentre quelli a metano sono solo il 2%.

Sicuramente i vantaggi legati ad un nuovo veicolo a metano piuttosto che ad uno trasformato superano di gran lunga gli svantaggi di continuare ad utilizzare un veicolo con carburante obsoleto come il gasolio. Visto il gran numero di autoarticolati presenti nelle strade italiane, speriamo che vengano sostituiti a breve in modo da ridurre concretamente le emissioni nocive a livello nazionale e migliorare la qualità della vita di tutti noi.