Camion a Metano tutte le novità

I camion a gas metano, sia in forma compressa (CNG), sia in forma di gas liquefatto (LNG), anche se ancora un po’ a rilento, stanno finalmente prendendo piede e stanno diventando sempre più presenti sulle nostre strade. Infatti i numeri degli ordini di acquisto relativi agli ultimi anni hanno evidenziato un concreto aumento rispetto a quelli tradizionali a diesel. Gli impianti a metano per camion possono essere realmente un’alternativa?

Sicuramente è solo questione di tempo prima che il gasolio venga eliminato come carburante visto il grosso impatto ambientale che ne consegue e la lotta generalizzata degli ultimi tempi alle fonti fossili. Ma vediamo più nel dettaglio quali sono le caratteristiche principali e i pro e contro di questi veicoli.

Camion a metano come funziona

L’obiettivo dei tecnici è quello di realizzare un veicolo con almeno le stesse prestazioni del diesel ma con costi, emissioni e consumi più contenuti. La tecnologia innovativa, che è nata in Italia, e che permette di utilizzare il metano come combustibile per i camion, deriva direttamente dal mondo delle corse. La grande sfida, come sappiamo, riguarda la potenza massima che è in grado di erogare il motore. Infatti il camion a metano liquido, senza gli adeguati accorgimenti “soffre” soprattutto nelle condizioni di strada in salita. Per colmare questo gap è stato necessario ottenere dei regimi più elevati. Alcuni costruttori hanno preferito utilizzare una tecnologia ibrida ovvero viene impiegato principalmente il gas insieme ad una piccola quantità di diesel.

Camion a metano, energia pulita ed efficiente

Il motore del tir alimentato a metano, rispetto a quello tradizionale a gasolio, espelle percentuali bassissime di particolato (PM), molto vicine allo zero. Inoltre i livelli di emissione del biossido di azoto (NO2) sono ridotte quasi al 90% mentre quelli di CO2 sono inferiori dal 15% fino al 90%. Questa condizione favorevole è possibile grazie al mancato utilizzo di additivi nel carburante e nel relativo impianto di scarico che risulta meno complesso.

I camion a metano come vanno

L’autonomia dei camion alimentati a metano è molto variabile, infatti i dati che vengono forniti dai costruttori di truck, sono abbastanza indicativi in quanto i dati si possono discostare molto in base al tipo di percorso, alle condizioni stradali e al tipo di guida. Ma la differenza sostanziale deriva dal carburante utilizzato, sia esso il metano liquefatto (LNG) oppure il metano compresso (CNG).

Un tir alimentato con CNG, può arrivare a raggiungere percorrenze di circa 500 km. Per questo motivo è consigliato per trasporti locali o comunque con rientri giornalieri in azienda, mentre con il metano liquefatto (LNG), l’autonomia è decisamente superiore, infatti può superare i 1.000 km, privilegiando i trasporti a lungo raggio.

La manutenzione dei camion a gas

Solitamente, la manutenzione dei truck a metano viene svolta con intervalli di manutenzione più brevi rispetto ai motori a gasolio. Per questo motivo, i produttori di truck stanno sperimentando diversi accorgimenti e configurazioni con l’obiettivo di pareggiare o superare questi intervalli temporali.

metano camion manutenzione

I modelli di camion a metano

In questo momento ci sono solo alcuni produttori di truck che hanno deciso di inserire a listino e quindi commercializzare questi veicoli innovativi a metano. Ecco una lista aggiornata:

  • Iveco
  • Scania
  • Volvo
  • Daf
  • Mercedes
  • Man
  • Renault

Vantaggi in breve dei camion a metano

  • Fortunatamente i motori a metano risultano essere molto più silenziosi rispetto ai motori a gasolio, pertanto oltre ad essere più confortevoli alla guida permettono anche di adattarsi meglio per l’impiego in ambienti urbani anche quando sono in vigore i blocchi del traffico.
  • Le ridotte emissioni rispetto ai tir alimentati con diesel fanno di questi veicoli una soluzione da non sottovalutare, specialmente per il nostro bel paese che si affida ai trasporti su ruota per quasi l’80% delle merci.
  • I camion a gas metano godono di diversi incentivi legati all’acquisto di un mezzo nuovo. In questi anni il governo ha stanziato diversi fondi economici in diverse campagne acquisti per agevolare e velocizzare la diffusione di questi mezzi. A seconda dei veicoli e degli equipaggiamenti si possono beneficiare di incentivi statali, alcuni prorogati a causa dell’emergenza epidemiologica in corso che possono superare i 10 mila euro.
  • Il costo di gestione ridotto rispetto ad un tir tradizionale permette di investire ed avere un ritorno economico importante. Infatti è stato stimato che in un solo anno si possono risparmiare fino a 40 mila euro per un solo veicolo.
  • Anche i vecchi truck a gasolio possono essere trasformati tramite dei kit appositi, utilizzando però contemporaneamente sia il gas sia il gasolio, che vengono miscelati automaticamente durante la marcia in base alla potenza richiesta tramite una centralina. Questa modifica è in grado di mantenere la stessa autonomia chilometrica originale, riducendo i costi fino al 20% e le emissioni inquinanti.

Svantaggi in breve dei camion a metano

  • In questo momento la rete di distributori di gas metano presenti in Italia non riesce a soddisfare tutto il territorio nazionale. Infatti le più alte concentrazioni si hanno nel nord Italia, specialmente nella Pianura Padana con una notevole diminuzione man mano che si scende verso il sud. Per questo motivo ci sono diversi progetti legati ad implementare in modo capillare i distributori di metano, in modo da agevolare i rifornimenti.
  • Il prezzo di acquisto iniziale di un camion a metano è superiore rispetto a quello a gasolio.
  • Gli intervalli di manutenzione attuali risultano essere più brevi rispetto ai motori a gasolio

Conclusioni:

In Italia, i tir a gasolio coprono quasi la totalità, infatti sono oltre il 90%, mentre quelli a metano sono solo il 2%.

Sicuramente i vantaggi legati ad un nuovo veicolo a metano piuttosto che ad uno trasformato superano di gran lunga gli svantaggi di continuare ad utilizzare un veicolo con carburante obsoleto come il gasolio. Visto il gran numero di autoarticolati presenti nelle strade italiane, speriamo che vengano sostituiti a breve in modo da ridurre concretamente le emissioni nocive a livello nazionale e migliorare la qualità della vita di tutti noi.

Portate camion e massa complessiva

Guida alle portate camion, elenco della portata massima consentita in Italia in base alla tipologia di autocarro e rimorchio.

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Portata autocarri senza rimorchio

portata camion

Elenco della massa limite complessiva a pieno carico degli autocarri senza rimorchio

Massa complessivaNumero AssiTipologia
12 Tonnellate2
19 Tonnellate2autobus e trasporto pubblico
25 Tonnellate3 o più assi
26 Tonnellate3 asse motore con pneumatici accoppiati e sospensioni pneumatiche
32 Tonnellate4 asse motore con pneumatici accoppiati e sospensioni pneumatiche

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Massa rimorchiabile

portata massima bilico

Elenco della massa limite complessiva a pieno carico per i rimorchi

Massa complessivaNumero Assi rimorchio
6 Tonnellate1
22 Tonnellate2
26 Tonnellate3 o più assi

Portata massima autoarticolato

portata autoarticolato

Elenco della massa limite complessiva a pieno carico per gli autoarticolati

Massa complessivaNumero Assi autoarticolato
30 Tonnellate3
40 Tonnellate4
44 Tonnellate5 o più assi

Portata massima autotreno

portata massima autotreno

Elenco della massa limite complessiva a pieno carico per gli autotreni.

Massa complessivaNumero Assi autotreno
24 Tonnellate3
40 Tonnellate4
44 Tonnellate5 o più assi

Alcune informazioni utili:

La massa complessiva

La massa complessiva viene indicata nel libretto di circolazione del veicolo, per calcolare la massa complessiva bisogna sommare la tara con la portata.

La Tara

La tara del veicolo viene calcolata compresa di:

  • 75 KG conducente
  • 90% di carburante in base alla capacità del serbatoio
  • ruota di scorta
  • liquidi olio, freni e refrigerante

La Portata

La portata è il carico oggetti o persone in caso di autobus e mezzi di trasporto persone

Massa rimorchiambile

La massa rimorchiabile è la massa del rimorchio che la motrice può trainare

Ore di guida mezzi pesanti

I tempi di guida e riposo

Le disposizioni in merito alle ore di guida dei veicoli con massa superiore a 35 quintali e al trasporto di persone sono contenute nel regolamento CE 561 del 2006 (trasporto nella Comunità Europea, Confederazione Svizzera, spazio economico europeo). Vediamo nel dettaglio cosa riguardano tali specifiche.

Ore di guida autisti

Con “ore di guida” si intende il tempo effettivo che il conducente passa alla guida del veicolo in un arco di tempo di 24h. Il limite massimo giornaliero, da non poter superare, è quello delle 9 ore di guida, l’unica eccezione prevede 10 ore alla guida per un massimo di due volte a settimana.

Per i conducenti il totale di tempo alla guida settimanale non potrà oltrepassare le 56 ore (generalmente si intende, per settimana, il periodo compreso tra le 00.00 del giorno in cui inizia l’attività dell’autista fino alle 24.00 del sesto giorno successivo).

La sommatoria di ore, per due settimane consecutive invece, non deve assolutamente andare oltre le 90 ore. Consigliamo di rimanere sempre aggiornati sul blocco dei mezzi pesanti.

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Le pause

Esistono due modi per suddividere le pause di guida effettuate da un’autista sul camion:

  1. il primo prevede un’interruzione di 45 minuti dopo quattro ore e mezza di guida;
  2. la seconda modalità , invece, prevede una sosta frazionata del periodo di guida che, ad esempio, può essere inizialmente di soli 15 minuti seguita, tuttavia, da un’altra interruzione di almeno 30 minuti (l’importante è che venga assicurata, ad ogni modo, l’interruzione dei 45 minuti dopo le quattro ore e mezza di guida).

Il riposo giornaliero 11 ore e il riposo tra un turno e l’altro

Il periodo di riposo, ossia le ore di pausa di cui l’autista può disporre senza incombenze lavorative, tra una guida e l’altra, deve essere pari a 11 ore.  Anche in questo caso, c’è un’alternativa che prevede la divisione di tale sosta in due parti di cui una della durata di 3 ore e l’altra di almeno 9 ore senza interruzione.

Tuttavia, il periodo di riposo può essere ridotto alle sole 9 ore ma solo per tre volte durante la settimana e, in questo caso, non può essere mai essere interrotto, se non in caso di emergenza.

Il riposo settimanale

Al termine di sei periodi di guida, il conducente ha diritto ad un riposo settimanale che non può essere frazionato o interrotto. 

Prendendo come campione di riferimento un periodo di guida sul camion pari a 14 giorni, va considerato che l’autista deve obbligatoriamente effettuare due turni di riposo settimanale di almeno 45 ore cadauno.

Il conducente del mezzo può optare per un tempo di riposo settimanale ridotto a 24 ore, purché compensi entro le tre settimane successive con una sosta equivalente.

ore guida camion

Deroghe tempi di guida

All’articolo 9 del regolamento CE 561 del 2006 si evince che, in alcune circostanze, è possibile che vengano prolungati i tempi di guida dell’autista, in deroga alle regole presenti sul regolamento. Tali circostanze, tuttavia, non devono essere ripetute nel tempo ed è necessario, inoltre, che le cause del ritardo vengano verificate.

Un esempio diffuso è quello di prolungare il tragitto per raggiungere punti di sosta appropriati, per salvaguardare persone o cose. In questi casi però il conducente è obbligato ad indicare tale situazione specifica sul cronotachigrafo digitale o apponendo a penna sul retro del disco carta analogico.