Astra HD9 : scopri la comodità dei suoi interni

Astra è una delle aziende italiane famose, sin dagli anni Cinquanta del secolo scorso, nella produzione di veicoli per trasporti eccezionali, da cave-cantiere. Nel corso del tempo, ha presentato diverse linee e modelli, tra cui la serie Astra HD9 presentata alla fine del 2011 e che rimane un punto di riferimento per la sua comodità degli interni, per il comfort alla guida e il carattere deciso, grintoso, tipico di casa Astra.

Di certo HD9 non è una linea di camion super lussuosi, tuttavia è un veicolo che rappresenta la specializzazione dei mezzi pesanti con la sua originalità e carattere, da scoprire al suo interno.

cabina astra hd9
foto credits: www.astra-trucks.com/it/

La cabina Astra HD9

Se il nome del modello sta per l’acronimo di Heavy Duty, traducibile con molto resistente, HD9 è anche comodità, una caratteristica intuibile già aprendo la portiera. Infatti, alla cabina si accede in modo facile e veloce, grazie ai due gradini e al doppio maniglione verticale presente sul lato della portiera.

Una volta adagiati sul sedile, magari mentre si gioca con lo schienale trovando la giusta regolatura, è sufficiente un’occhiata veloce agli interni per notare un design moderno, rinnovato e deciso, un carattere forte dovuto all’utilizzo dell’acciaio trattato, che compone gli elementi. Il design di interni rimanda quindi al concetto di resistenza che si trova all’esterno e al suo obiettivo.

Rimanendo però comodamente sul sedile, si potrà dare uno sguardo – o meglio, un tocco – anche alla plancia dei comandi: facilmente raggiungibile ed ergonomica. Una menzione va all’impianto di riscaldamento e di condizionamento facilmente regolabili per affrontare al meglio qualsiasi situazione climatica e soprattutto lavorare con comfort sia nelle giornate più fredde, sia in quelle più calde.

Se massima comodità è la particolarità del design della cabina, massima visibilità è la caratteristica degli specchietti, degli oblò laterali sulla parte inferiore delle portiere e degli specchietti retrovisori per una guida in maggiore sicurezza.

astra hd9 immagini
foto credits: www.astra-trucks.com/it/

Altri punti forti di Astra HD9: sospensioni e personalizzazione

Finora abbiamo parlato degli interni, ma una piccola menzione va anche alle notevoli sospensioni. Tutta la linea Astra HD9 è infatti studiata per trasportare al meglio carichi impegnativi e affrontare anche condizioni del terreno tipiche di miniere, cave, cantieri con versatilità, in modo particolare su terreni sconnessi o instabili come quelli sassosi, sabbiosi o ricchi di fango, specialmente nelle giornate piovose. Le sospensioni sono studiate anche per essere silenziose oltre che resistenti, per un maggiore comfort alla guida e superare al meglio ogni ostacolo che si presenta nel tragitto.

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Infine, una piccola chicca della linea HD9 è la personalizzazione degli assali (da 8t a 10t) per rinforzare la struttura e rendere il veicolo industriale pronto a trasportare carichi ancora maggiori. Pensiamo al caso del modello HD9 Rigid che può ospitare diversi allestimenti, come il cassone ribaltabile, betoniere, pianali e gru fino ad allestimenti speciali come il carro officina.

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Immatricolazione veicoli industriali 2022: quello che c’è da sapere

Ogni veicolo, dalle auto ai ciclomotori, deve essere immatricolato per poter circolare su strade pubbliche: deve avere una targa con una relativa carta di circolazione, in modo da abbinare il veicolo ad un proprietario. 

Certamente, non fanno eccezione i veicoli industriali, ovvero tutti quei veicoli adibiti al trasporto di merci e che, grazie alla loro elevata capacità di carico, percorrono distanze medio-lunghe, come ad esempio gli autocarri, gli autotreni e gli autoarticolati.

Abbiamo già parlato di alcuni veicoli industriali negli articoli sulle tipologie e caratteristiche dei camion, camion di lusso e i camion con gru. Oggi invece ci concentreremo sull’aspetto dell’immatricolazione dei veicoli industriali, dalle procedure necessarie alle eventuali sanzioni.

Immatricolazione veicoli industriali: alcuni dati per il 2022

A marzo del 2022 il numero di immatricolazioni dei veicoli industriali è sceso rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con 55 veicoli immatricolati in meno.

Infatti, dal 1 gennaio di quest’anno, si contano 6.755 veicoli industriali immatricolati, contro i 6.888 nel primo trimestre del 2021 (dati Unrae, Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri).

Immatricolazione dei camion o autocarri: chi può farla? 

I camion fanno parte dei veicoli adibiti al trasporto di merci della categoria N del Codice della Strada che li definisce: veicoli destinati al trasporto di cose e delle persone addette all’uso o al trasporto delle cose stesse.

Pertanto, sono dei veicoli diversi da auto o autobus, che invece rientrano nella categoria M, cioè tutti quei veicoli adibiti al trasporto di persone.

Chi può presentare la domanda di immatricolazione del camion?

  • la persona direttamente interessata, presentando un documento di identità
  • una persona delegata, che – oltre al documento di identità valido – deve presentare una delega scritta e firmata dal titolare, alla quale si allega la fotocopia del documento di identità di chi sta effettuando la delega

Immatricolazione di veicoli industriali: procedura, documenti e costi

L’immatricolazione del camion prevede la presentazione dei seguenti documenti presso gli Uffici della Motorizzazione:

  • Domanda di immatricolazione (mod.DTT2119) compilata e firmata
  • Certificato di approvazione e d’origine o collaudo
  • Dichiarazione di conformità con marca da bollo

Se un autocarro è stato acquistato in leasing (una sorta di affitto, che prevede l’uso dell’autocarro per un periodo di tempo limitato) bisogna presentare anche il contratto di leasing.

Per quanto riguarda i costi dell’immatricolazione del camion, bisogna effettuare due versamenti:

  • 25,00 € sul C/C 9001
  • 32,00 € sul C/C 4028.

Anche le attestazioni dei pagamenti, devono essere allegate ai documenti richiesti sopra elencati.

L’immatricolazione dell’autocarro conto terzi

Ma prima di tutto: cosa significa conto terzi se parliamo di un autocarro?
Ne dà una definizione l’articolo 82 del Codice della Strada:
Veicoli utilizzati dietro corrispettivo, nell’interesse di persone diverse dall’intestatario della carta di circolazione.

Un autocarro conto terzi è quindi, un camion che è utilizzato da un’altra persona per il trasporto delle merci, in cambio di un corrispettivo.

Per l’immatricolazione dell’autocarro conto terzi bisogna presentare agli Uffici della Motorizzazione questi documenti:

●     la domanda con modello DTT2119

●     l’iscrizione all’albo trasportatori

●     la carta di circolazione in originale e una fotocopia

●     copia del documento di identità e del codice fiscale

●     l’autocertificazione della Camera di Commercio.

Le sanzioni per chi non rispetta le limitazioni dell’immatricolazione

Se non si rispettano le limitazioni per le immatricolazioni, si è soggetti a sanzione.

Ad esempio, un uso diverso del camion rispetto a quanto specificato nella sua immatricolazione può far scattare delle multe tra 80 e 300 €. La somma si alza se l’infrazione prevede il trasporto di persone, con multe fino a 1596 €. Infatti, dato che l’immatricolazione di un autocarro attesta che il veicolo è destinato al trasporto delle merci, non può essere utilizzato per il trasporto di persone.

Tuttavia, c’è un’eccezione prevista dall’articolo 82 del Codice della Strada che autorizza gli autocarri ad essere utilizzati “in via eccezionale e temporanea” per il trasporto persone, ma solo dopo essere stati autorizzati dal Prefetto, attraverso un nulla osta.

Sostituire cinghia distribuzione Iveco Daily

La cinghia di distribuzione è un sistema complesso del motore che collega l’albero motore all’albero a camme (pistoni e valvole) attraverso un tendicinghia, una puleggia, una pompa dell’acqua e una cinghia in gomma rinforzata.

Come capita spesso per le componenti meccaniche, anche la cinghia di distribuzione è soggetta ad usura a causa di un’eccessiva e costante temperatura del motore, l’usura dei cuscinetti della cinghia o dopo migliaia e migliaia di chilometri percorsi. Pertanto per effettuare la corretta manutenzione periodica occorre necessariamente la sostituzione dei ricambi Daily.

Cosa succede se ci sono queste condizioni e non si sostituisce la cinghia? Questa componente si rompe, portando danni ai pistoni, alle pompe collegate e nei casi più gravi danni anche all’albero motore. Oltre ad essere una questione puramente meccanica, si tratta anche di sicurezza alla guida e costi eccessivi per la manutenzione.

Sapere quando sostituire la cinghia è quindi fondamentale per prevenire eventuali danni, garantire un buono stato del motore e maggior sicurezza alla guida.

Quando sostituire la cinghia di distribuzione di un camion?

Dipende da cosa indica la casa costruttrice nel libretto di manutenzione, ma in generale si può dire che la cinghia di distribuzione può essere sostituita:

  • ogni 100.000/180.000 km
  • dopo circa 5 anni

Tuttavia, se ci sono segni visibili di usura come la cinghia visibilmente strappata bisognerà sostituirla, perché potrebbero infilarsi dei corpi estranei.

Come sostituire la cinghia: smontaggio e montaggio

Cosa serve innanzitutto, prima di cambiare la cinghia?

Bisogna acquistare una nuova cinghia. Spesso si acquista anche una nuova pompa dell’acqua per approfittare dello smontaggio dei pezzi e sostituirla.

Serviranno anche degli attrezzi specifici come chiavi, chiave dinamometrica, coppia di serraggio precisa in modo da smontare facilmente le componenti e fissare tutti gli elementi correttamente durante la fase di montaggio.

Lo smontaggio

Le prime azioni da fare, saranno sganciare e sollevare il cofano e disconnettere la batteria. Consigliamo di farlo quando il motore sarà spento da almeno 4 h, in modo da avere una temperatura ottimale per svolgere il lavoro. Prima di metterti all’opera, assicurati anche che tutte le componenti siano asciutte e che non ci siano perdite d’olio.

Inoltre, ti consigliamo di sganciare il paraurti del tuo Iveco Daily: in questo modo potrai lavorare in maniera più libera e comoda al motore.


Una volta conclusi questi passaggi, smonta la ventola, poiché copre la cinghia di distribuzione. Per rimuovere la cinghia, bisogna svitare la puleggia tendicinghia, la componente che permette la corretta tensione del sistema della cinghia e farla funzionare correttamente.

Una volta smontata la puleggia, rimuovi i perni centrali delle pulegge, poi sfila la cinghia e passa al montaggio della nuova.

Il montaggio

Posiziona la cinghia di distribuzione facendo attenzione a non piegarla e danneggiarla.

Sulla superficie della cinghia, ci saranno due segnetti bianchi che indicano la posizione corretta: le due lineette bianche devono corrispondere alla puleggia dentata e l’ingranaggio.

A questo punto bisogna regolare la tensione: se c’è troppa tensione si romperà presto o se ce ne sarà troppo poca la tensione non sarà sufficiente per tenere insieme gli elementi, rovinandosi ulteriormente.